giovedì 25 aprile 2013

25 Aprile nel ricordo della liberazione e nella riscoperta della libertà.

Da sessant'anni si celebra oggi una festa nazionale: Il 25 Aprile è l'anniversario della liberazione dell'Italia dalle truppe nazi-fasciste, che l'hanno violentata tragicamente negli anni della guerra, portataci dal cupo ventennio dittatoriale.
Questa data è entrata da così tempo nei nostri calendari e abitudini che qualcuno già la definisce "morta" e altri ancora si ostinano a chiamarla  "di parte" o pensarla come un stanco festeggiamento primaverile, in cui preoccuparsi più delle grigliate che della celebrazione in sè.
Quale significato assume ai nostri giorni? Perchè richiamarla ora qui e invitare tutti a ricordare perchè la si festeggia?
A parte la solita retorica dei tempi difficili che affrontiamo, c'è un significato che in tutte le epoche vale la pena di richiamare, e cioè quello della libertà.
Lo stesso significato che ha cercato di ricordare oggi a Milano il presidente della Camera Laura Boldrini, portando come documento fondamentale, quel libro che credo debba essere nella casa di tuttti gli italiani, se non lo è già: Lettere di condannati a morte della resistenza.

E' un libro "scritto con la vita di tante persone" che ha in se tutte le motivazione profonde per cui da lì a poco si sarebbe fatta la nostra Repubblica e scritta la nostra Costituzione. La motivazione di una liberazione che non fu affatto di parte, anche se scritta da alcune persone, spesso giovani, così giovane la loro età e la speranza che li animava di un futuro migliore per il nostro Paese.

La stessa speranza con cui scrive le sue ultime parole Pedro Ferreira, di soli 23 anni: ”Sarà per voi la vita , l'aria, la luce, il sole, la gioria di aver combattuto e vinto, e l'esultanza della libertà raggiunta.. siate felici.. “.

Qualcuno potrebbe giustamente dire, che molte di queste speranze sono rimaste deluse.
Deluse, come ci ricoda il presidente della Camera, dagli oscuri anni della nostra Repubblica, dalle stragi e dalle bombe, dalle divisioni interne e internazionali, dai servizi segreti e dalle tante verità ancora oggi nascoste.
Ma ci hanno dato l'esempio e la speranza che dovremmo portare fuori dai libri e dai giorni di festa per farla  diventare pratica quotidiana. “Ho visto la guerra, gli emigrati e espatriati a causa dei dittatori, come i giovani che morivano e scappavano per cercare la libertà nei paesi del mediterraneo, durante la Primavera araba." Ci ricorda  la Boldrini.
(Non come alcuni che volevano conferire la laurea honoris causa agli stessi dittatori che quella libertà reprimevano)

Per ricordare questa data voglio riportarvi la lettera, piena di coraggio e semplicità, di Paola Garelli.

Mimma cara, 
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia cratura adorata, sii buona studia ed ubbidisci sempre gli zii che t'allevano, amali come fossi io.
Io sono tranquilla. Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi perdonino il dolore che do loro. Non devi piangere né vergognarti per me. Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti proteggerò dal cielo.
Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricondandovi.
La tua infelice mamma

BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE. BUON 25 APRILE!

Nessun commento:

Posta un commento