Nel
2007 il giudice del Tribunale del riesame conferma la prima
sospensione del “Magnifico” Tomasello dalle funzioni di rettore.
Si denunciava “l'allarmante ostinazione nella conduzione
clientelare della propria carica [...] e dalla
sostituzione del disvalore morale con un atteggiamento di
opportunistica solidarietà rispetto al beneficiario dell'abuso”.
Oggetto dell'indagine è stato il comportamento che egli stesso
avrebbe avuto, per favorire l'assunzione di Umberto Bonanno, ex
Presidente del Consiglio Comunale di Messina, come dirigente di
Medicina del Lavoro al Policlinico di Messina.
Nel Dicembre del 2008 è arrivata la seconda sospensione al termine dell'inchiesta su un concorso pilotato nella Facoltà di Veterinaria. Secondo un membro interno della commissione concorsuale, prof. Cucinotta, i vertici dell'università avrebbero voluto che la selezione fosse vinta dal figlio di un ex preside della facoltà di Veterinaria.
Nonostante questa seconda sospensione, nel maggio del 2010 Tomasello fa approvare dal Senato Accademico un'" autoproroga" alla carica di rettore, al fine dell'approvazione del nuovo statuto, consentendogli di restare in carica per l'anno accademico 2011-2012.
Lo statuto approvato nell'ottobre 2011, come previsto dalla riforma Gelmini, gli permette di restare in carica anche per il successivo anno accademico, anno in cui vengono eletti nuovi organi universitari, tramite le tristi elezioni “balneari” del Luglio 2012, avvenute senza nessun dibattito interno al corpo elettorale studentesco.
Nel 2012 a fine mandato del “Magnifico” è stata istituita invece una Fondazione che permetterebbe una gestione privatistica di strutture e fondi pubblici. Considerando che l'Università è l'unico socio fondatore (unico caso in Italia), vi è il rischio per quest'ultima di sostenere eventuali debiti contratti dalla fondazione e di cederle funzioni rilevanti tipiche dell'Università pubblica.
Il 20 febbraio 2013 il colpo di grazia: il prof. Tomasello viene condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione ( 2 anni e 6 mesi condonati) più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Chiaramente le responsabilità del rettore devono essere dimostrate in sede di giudizio definitivo, ma per evitare una continua esposizione mediatica negativa dell'Università di Messina, le dimissioni sarebbero, come minimo, un atto dovuto.Il 21 febbraio, il giorno successivo alla sentenza , il Rettore, attraverso una e-mail alla comunità accademica, con inaudita arroganza rigetta le accuse e le proprie responsabilità, accusando bensì una parte della comunità accademica di eccessiva conflittualità che avrebbe portato ad un “inevitabile autolesionismo.”
Dopo questi 9 anni di continuo rettorato, Tomasello ha seriamente danneggiato l'immagine dell' Università di Messina che ha continuato a rimanere agli ultimi posti delle classifiche degli Atenei per merito e qualità dei servizi offerti, non ponendo rimedi al calo degli iscritti e al generale declino dell'Università pubblica. In questi anni, si è assistito alla diminuzione degli spazi riservati agli studenti e della partecipazione di quest'ultimi ad una democratica dialettica in seno alla vita accademica. In concomitanza alle imminenti elezioni per il vertice dell'Ateneo, chiediamo con forza che venga definitivamente e completamente archiviata l'era Tomasello e insieme l'era delle baronie e delle prone complicità e auspichiamo la ripresa di un dibattito democratico tra tutte le componenti universitarie per poter rilanciare la fin troppo danneggiata immagine e la qualità della didattica dell'Università degli Studi di Messina.
Nel Dicembre del 2008 è arrivata la seconda sospensione al termine dell'inchiesta su un concorso pilotato nella Facoltà di Veterinaria. Secondo un membro interno della commissione concorsuale, prof. Cucinotta, i vertici dell'università avrebbero voluto che la selezione fosse vinta dal figlio di un ex preside della facoltà di Veterinaria.
Nonostante questa seconda sospensione, nel maggio del 2010 Tomasello fa approvare dal Senato Accademico un'" autoproroga" alla carica di rettore, al fine dell'approvazione del nuovo statuto, consentendogli di restare in carica per l'anno accademico 2011-2012.
Lo statuto approvato nell'ottobre 2011, come previsto dalla riforma Gelmini, gli permette di restare in carica anche per il successivo anno accademico, anno in cui vengono eletti nuovi organi universitari, tramite le tristi elezioni “balneari” del Luglio 2012, avvenute senza nessun dibattito interno al corpo elettorale studentesco.
Nel 2012 a fine mandato del “Magnifico” è stata istituita invece una Fondazione che permetterebbe una gestione privatistica di strutture e fondi pubblici. Considerando che l'Università è l'unico socio fondatore (unico caso in Italia), vi è il rischio per quest'ultima di sostenere eventuali debiti contratti dalla fondazione e di cederle funzioni rilevanti tipiche dell'Università pubblica.
Il 20 febbraio 2013 il colpo di grazia: il prof. Tomasello viene condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione ( 2 anni e 6 mesi condonati) più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Chiaramente le responsabilità del rettore devono essere dimostrate in sede di giudizio definitivo, ma per evitare una continua esposizione mediatica negativa dell'Università di Messina, le dimissioni sarebbero, come minimo, un atto dovuto.Il 21 febbraio, il giorno successivo alla sentenza , il Rettore, attraverso una e-mail alla comunità accademica, con inaudita arroganza rigetta le accuse e le proprie responsabilità, accusando bensì una parte della comunità accademica di eccessiva conflittualità che avrebbe portato ad un “inevitabile autolesionismo.”
Dopo questi 9 anni di continuo rettorato, Tomasello ha seriamente danneggiato l'immagine dell' Università di Messina che ha continuato a rimanere agli ultimi posti delle classifiche degli Atenei per merito e qualità dei servizi offerti, non ponendo rimedi al calo degli iscritti e al generale declino dell'Università pubblica. In questi anni, si è assistito alla diminuzione degli spazi riservati agli studenti e della partecipazione di quest'ultimi ad una democratica dialettica in seno alla vita accademica. In concomitanza alle imminenti elezioni per il vertice dell'Ateneo, chiediamo con forza che venga definitivamente e completamente archiviata l'era Tomasello e insieme l'era delle baronie e delle prone complicità e auspichiamo la ripresa di un dibattito democratico tra tutte le componenti universitarie per poter rilanciare la fin troppo danneggiata immagine e la qualità della didattica dell'Università degli Studi di Messina.
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