Chi Siamo


Siamo un collettivo studentesco di universitari di Messina. La nostra casa, il nostro tempo e le nostre aspirazioni hanno come centro quello che ancora chiamiamo Facoltà ed in senso più lato Università o Ateneo.
Riteniamo che esso sia e debba essere anche il centro della realtà politica cittadina e luogo fondamentale della nostra comunità.
Negli ultimi anni, da luogo di cultura si è pian piano trasformato in spazio vuoto e desertificato, coinvolgendo nel suo destino un'intera generazione di precari con le valigie in mano.
Noi non intendiamo arrenderci. Non accettiamo di osservare impotenti il quotidiano saccheggio dell'istruzione pubblica e l'immagine dell'Università offuscata da loschi figuri impunibili.
Vogliamo tornare ad interessarci di noi, e di quanti come noi abbiano la volontà di dire “m'interessa”.
Crediamo che ogni realtà abbia in se tutte le risorse per rinascere e sovrastare la parte peggiore. Vogliamo che questa realtà emerga e non si rassegni inevitabilmente al peggio.
Per far ciò vi è bisogno dell'apporto di ciascuno: blogger, scrittori, giornalisti, speakers e chiunque voglia dire la propria e mettere le proprie capacità e idee a servizio.



Con il nome (composto) "I Care Norman Zarcone" abbiamo voluto dare una connotazione sia "idealistica" (I Care - m'importa) sia identitaria, avendo come dati di partenza la condizione reale dello studente nelle nostre terre.
I Care, appunto, era il motto scritto in un cartello affisso nella Scuola di Barbiana negli anni '50, da Don Milani, per dare della cultura un'impostazione in netta contrapposizione al "Me ne frego" diffuso dal motto fascista appena 20 anni prima. "I Care", significa appunto "mi interessa, "m'importa".
La figura di Don Milani, nota a molti, ha raffigurato la possibilità e il diritto ad avere un'istruzione anche per chi a quella istruzione non poteva accedere materialmente per le condizioni in cui versava.
A parte questa importante figura (mai poco studiata) I Care vorrebbe poter essere il motto di una città morta e distrutta dall'autocommiserazione e dal menefreghismo generalizzato in ogni campo (abbiamo visto che soprattutto all'Università regna sovrano il "non sono affari che mi riguardano"). Nel contesto cittadino è sorto idealmente come parola d'ordine di rinascita al momento dell'esperienza del Teatro in Fiera occupato, nato infatti nella giornata in cui in città sfilavano i neofascisti di Forza Nuova.

Norman Zarcone è stato uno studente e dottorando in filosofia di Palermo, tragicamente scomparso, che ha lottato fino alla fine per vedersi riconosciuti gli anni di passione e di sacrifici,  cancellati invece dai nipoti dei baroni che in quel luogo come in altri impoverisono le motivazioni, le speranze e i sogni di tanti.
Il chiamarci col suo nome non vuole essere il riconoscimento di un gesto per nulla eroico ("beato il paese che non ha bisogno di eroi!") men che meno intende giustificarlo o incoraggiarlo. Vuole bensì dare il segno e testimoniare palesemente la condizione di chi decide di intraprendere gli studi universitari in certe zone d'Italia, nella speranza di cambiare se stesso e il mondo circostante, ricevendo solo ingiustizie e arbitrarie prevaricazioni baronali. Norman Zarcone rappresenta questo, è il documento storico di questa generazione, che abbandonata a se stessa, tenta di salvarsi e redimersi.

Vogliamo che questo nome sia  una base di partenza per un'identità forte e caratterizzata, ma comunque in divenire per rispondere alle esigenze della nostra comunità, in cui rileviamo una forte carenza di democrazia e il disconoscimento dei diritti civili, politici e sociali. Per questo il nostro scopo programmatico è quello di dialogare con le varie realtà locali e nazionali per portare ad iniziative concrete e rispondenti ai reali bisogni della nostra realtà. Siamo perciò aperti a proposte e a chiunque voglia attivarsi per gli scopi comuni. 

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