venerdì 11 ottobre 2013

Diritto allo Studio? Eppur qualcosa si muove. Manifestazione nazionale dell'11 Ottobre 2013.



Oggi 11 Ottobre 2013, abbiamo aderito spontaneamente, come Collettivo, alle azioni di protesta nazionale per il Diritto allo Studio. Abbiamo sentito fosse nostro dovere farlo, perchè l'Italia intera sta vivendo un momento storico drammatico, e noi, come tanti altri, pensiamo che siano soprattutto  i diritti a poterla risollevare e  la cultura a poterla rilanciare. Non possiamo, quindi, non unirci al grido dei tanti che in Italia denuncian tutt'oggi, all'attivo di tutte le riforme e i decreti governativi, una carenza di forti investimenti strutturali,  una non completa assegnazione delle borse di studio, l'insufficienza di alloggi e servizi per i studenti giovani, precari e fuori sede, e in generale una politica di Welfare per il futuro della nostra generazione.

Partecipando al Corteo studentesco di oggi, indetto dall'Unione degli Studenti, e coordinamento studentesco Aut, abbiamo voluto anche aderire idealmente alla Giornata di domani, Sabato 12 Ottobre, per la difesa della Costituzione della Repubblica e la sua completa attuazione.
Per questo, siamo scesi in piazza con un messaggio, semplice e chiaro, ma allo stesso tempo forte nell'inapplicazione quotidiana della sua ovvietà (o nell'ovvietà della sua inapplicazione).
Il cartello recita parte dell'articolo 34 della Costituzione della Repubblica Italiana che riguarda il Diritto allo Studio, facente parte del Titolo II, della Parte Prima, sui rapporti etico-sociali:

"La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso" [a cui abbiamo aggiunto: ( possibilmente non truccato)].

Il riferimento ai fatti locali è altrettanto ovvio. Per questo forse avremmo potuto aggiungere "anche se privi di mezzi familistici".
Abbiamo proseguito col Corteo fino all'entrata del Rettorato dell'Università. Lì abbiamo legato con uno spago lungo le inferriate, il nostro messaggio. Che vuole consapevolmente essere un messaggio di denuncia attiva e non di discolpa.
L'Università di Messina, che dovrebbe essere un mezzo per poter raggiungere i più alti gradi degli studi, non si dimostra  altro che un centro di potere clientelistico e familistico, che lungi dall' essere uno strumento di elevazione e mobilità sociale, si è confermato essere una ragnatela che blocca i processi sociali ed economici della Città.e invece che essere il motore ne è stata per lungo tempo il freno a mano, se non la marcia indietro. Noi a differenze di altri movimenti e associazioni studentesche vogliamo analizzare e mettere una lente d'ingrandimento su ciò che avviene all'interno dell'Ateneo. Non vogliamo nascondere in un armadio i scheletri degli altri ( o i nostri?)  e ripulire lo spesso strato di polvere, mettendola sotto un tappeto.

Ancora, avremmo voluto proseguire fino al Municipio, per interessarci di altri tavoli, di altri attori pubblici, che hanno altrettanto peso nelle scelte che riguardano la nostra generazione. Per fare questo, avremmo voluto essere di più, portando insieme a voi altri messaggi e altre rivendicazioni, ma per ora, poco alla volta, tentiamo di tenere alto un discorso che ha visto gli studenti messinesi sempre divisi.

Stay tuned! Stay Care!

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