martedì 17 dicembre 2013

La "nuova" era tra continuità e merito. Lettera dell'Osservatorio Permanente d'Ateneo sulla Legalità ed Etica

Leggiamo e diamo rilievo a questa lettera dell'OPALE (Osservatorio Permanente d'Ateneo sulla Legalità ed Etica), che riteniamo interessante per la fonte e lo sguardo alle recenti e meno-recenti evoluzioni dell'Ateneo Peloritano. Avevamo già pubblicato un articolo riguardo all'elezioni di elementi, che non spiccano di certo per novità e merito, in seno ad organi importanti quali il Consiglio d'Amministrazione e del Nucleo di Valutazione d'Ateneo. Riprendiamo l'analisi che parte da due punti di domanda a noi cari: la discontinuità con il passato e la valutazione chiara delle competenze e dei meriti nel governo d'Ateneo. Buona lettura:

Che non si dica che all'Università di Messina non si premia l'esperienza:


Lo dimostra oltre ogni possibile dubbio la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione, nel quale transitano, senza soluzione di continuità, il Prof. Giuseppe Carini membro del CdA dal lontano 2006, la Prof. Rosa Santoro ed il Sig. Simone Gabriele Paratore, componenti del CdA uscente per il triennio finanziario 2008-2010. Costoro hanno continuato a ricoprire la carica di consigliere fino alla seduta del 27 Novembre 2013, dando prova di una dedizione che deve essergli valsa la conferma nel nuovo CdA. Poco importa la dubbia legittimità, oggetto di un indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Messina, della permanenza in carica di un organo che pur essendo decaduto nel Dicembre 2010 ha continuato a deliberare per ben tre anni, sopravvivendo finanche alla sopraggiunta entrata in vigore di una legge di riforma e di uno Statuto di Ateneo che del Consiglio di Amministrazione modificavano radicalmente competenze, composizione e criteri di selezione.
A prescindere dai profili di illegittimità sui quali altri sono chiamati ad esprimersi, resta il fatto che per tre lunghi anni la amministrazione uscente ha fatto scempio del concetto stesso di rappresentanza. Spiace che la nuova amministrazione, nel dare il segno della propria discontinuità rispetto al passato, non trovi di meglio che confermare in carica i longevi rappresentanti della gestione che la ha preceduta. Costoro, invece di rispondere come dovrebbero essere chiamati a fare, delle politiche che ci hanno condotto alla complessa situazione finanziaria odierna, cumulando i propri mandati, si ritroveranno al termine della propria esperienza ad avere maturato fino a undici anni ininterrotti e consecutivi di permanenza nell’organo che amministra il nostro Ateneo.


All'Università di Messina non solo si premia l'esperienza, ma si privilegia il merito:

Diamo infatti il benvenuto nel nuovo CdA al Dottor Leonardi, già Sindaco di Messina, già Presidente della provincia di Messina e già Direttore generale della azienda policlinico di Messina. Ebbene il Dottor Leonardi, oltre all'innegabile esperienza, vanta una condanna della Corte dei Conti a versare oltre 100mila euro per risarcire la Provincia dei danni causati attribuendo illegittimamente incarichi professionali a consulenti esterni all’ente che egli amministrava. Senza dubbio si tratta di un ottimo viatico per la attività del neo-consigliere in seno al Consiglio di Amministrazione del nostro Ateneo. Il fatto che l'attenzione della Corte dei Conti costituisca titolo preferenziale nell'accesso alle cariche di prestigio nell'Ateneo, trova conferma nella nomina del Prof. Mario Centorrino nel Nucleo di Valutazione. Del Prof. Centorrino, già prestigioso docente dell'Università di Messina, le cronache giudiziarie riportano una condanna della Corte dei Conti a un risarcimento di oltre 300mila euro, per aver illegittimamente finanziato, nella qualità di Assessore della Regione Siciliana, le integrazioni a tre progetti di formazione.




Non lo abbiamo eletto il Consiglio di Amministrazione che si insedierà nei giorni a venire: altri si sono assunti dinnanzi alla comunità accademica e alla cittadinanza la responsabilità di avere premiato il merito e l'esperienza nei termini inaccettabili cui si è fatto cenno. Il nostro Statuto infatti, approvato da organi accademici la cui legittimità della permanenza in carica resta dubbia, ha inteso recepire alla lettera i termini della legge, stabilendo che il CdA andasse nominato. Altri Atenei, scommettendo sulla necessità di preservare spazi di democraticità nella selezione degli organi di governo, hanno invece coraggiosamente scelto di mantenere criteri elettivi per la nomina del CdA, uscendo vittoriosi dai contenziosi sollevati in materia dal MIUR.

Nel prendere le distanze dalle scelte effettuate, chiediamo con forza che si abbia la decenza di ristabilire il decoro delle Istituzioni, escludendo dagli organi amministrativi e di governo dell’Ateneo tutti coloro i quali abbiano maturato condanne per responsabilità contabili o penali discendenti da condotte contrarie all'interesse della Pubblica Amministrazione. Appare infatti paradossale che a fronte di uno sforzo formale di cui va dato atto, non sia stata inserita nel Codice Etico di Ateneo una semplice norma che sancisse l’incompatibilità con tutte le cariche previste dallo Statuto di coloro nei confronti dei quali siano stati formalizzati provvedimenti da parte della Autorità Giudiziaria.

Chiediamo che vengano resi noti alla comunità accademica e alla cittadinanza i provvedimenti presi dalla Commissione Disciplinare in merito a coloro i quali hanno conseguito condanne per i reati contro la Pubblica Amministrazione che hanno coperto di infamia il nostro Ateneo. Pur ritenendo infatti che i Collegi di Disciplina così come configurati nella legge 240/2010 non possano garantire la necessaria terzietà di giudizio, la gravità delle vicende di cui la nostra Università è stata teatro, a nostro avviso richiede una ferma presa di posizione che vada ben oltre la retorica della celebrazione della giornata internazionale contro la corruzione.

Chiediamo altresì, come era stato a suo tempo ventilato dal Rettore e come era stato esplicitamente sostenuto dal Coordinatore del Collegio dei Pro-Rettori, Prof. Cupaiuolo e dal Prorettore alla Legalità, trasparenza e ai processi amministrativi, Prof. Saitta, che sia avviato un processo di revisione dello Statuto allo scopo di restituire al personale tecnico-amministrativo e ai docenti di questa Università il diritto di esprimersi sulla composizione del Consiglio di Amministrazione attraverso il proprio voto.

Aderendo allo stato di agitazione delle Università meridionali che, incoraggiate dai propri Rettori, hanno vibratamente protestato contro la penalizzazione subita in termini di punti organico, diamo notizia che una rappresentanza della base di UniME sarà presente alla assemblea prevista a Napoli per il 20 Dicembre prossimo venturo.
Al nostro Rettore, che non si è ad oggi distinto per la incisività dei propri interventi nel merito della situazione, chiediamo di impegnarsi attraverso atti concreti, sostenendoci nella battaglia in difesa del diritto all’esistenza e dell’autonomia dell’Ateneo messinese. Riteniamo infatti che vada energicamente respinto il tentativo di approfittare di una infelice ancorché perdurante congiuntura economica per azzerare cinquecento anni di storia e privare la nostra città, mai come oggi povera di risorse, finanche della speranza per il futuro delle nuove generazioni che l’Università costituisce.

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